lunedì 19 marzo 2012

"mi sento un bene messo lì per caso
a incassare silenzi come faraglioni
a non desiderare, anche se in segreto
quasi che il desiderio sia peccato"

reggo l’ingombro della scrittura perfetta
una firma sul registro delle nascite
il numero civico cambiato, l’attenti al cane
il muro dedicato ai disegni dei bambini

e lascio che la morte venga più volte
tra le peonie e l’albero d’alloro
quasi compreso al masticare d’unghie

come venne

bicolore sul viso dell’anziana signora
per riportarla a casa tra i lampadari sporchi
ed un trenino fatto di posti per pregare
sentirsi addosso tutto il peso del  Minotauro
l’umido basso ai muri, un copione di morte
inclusa la freschezza a dispiegare Arianne
aliti muschio masticando respiri di campagna

lunedì 12 marzo 2012

ancora una favola esatta
con la sua morale
il grappolo d’uva, la fonte
tutto il cielo come un suddito
farsi piccolo ad un noi, riverso
al centro della terra

dove c'è stato un dio che disse -e fu

e fu la pioggia, e un sale stolto
a rabbrividire l’io delle cose
a chiederci scusa per l’amore
-troppo grande amore-

come giungere all’inguine
al suono stretto, al riso
di un’estate ottobrina
prima di andare

sabato 10 marzo 2012

Cartigli sparsi

(inediti nel "cartiglio d'ombra")

http://cartigliodombra.blogspot.com/2012/03/cartigli-sparsi.html


Grazie senza fine a Maurizio!


 

*

ho un tracciato di rose
un punto d’asola che alberga
m’impugna come una casa, come un amore
come  mano pura al segno della croce

mi dissero -ferma l’amore
raccogli l’ombra che precede
il posto per cadere

risposi -amore

risposi foglia debordante dalla stessa foglia
vertigine che bruca il cielo, strappando
ai chiodi la forma della vita

quale purgatorio, briciole di morbillo
carne d’uomo che zampilla la sua stessa carne
macchia di landa in tanti
dire niente



*
la bocca, una ringhiera
a me compressa, arricciata alla sete
un adempimento, gli occhi per come li muovi
liberati ai disordini del sole
sempre più bianco

guardi le tracce, la mia carne singola
che diventa pupilla, gemma allungata alla mano
impugnatura calda

versa la risposta
per come muovi le labbra, arsura
incline alle tregue del lago
sale che sfiorisce
le corse
dei fenicotteri
per volare
via