nessuno rimane singolo alla casa
si uniscono i tavoli, il letto multiplo
il suo traverso -senza verità
un tempo di favore, in cui basta
svendere leccornie ai pipistrelli e si mettono in tanti, s’affaccendano tramite il prato quando sa di sangue mentre io resto a battere la terra ché si posi l’orecchio come d’indiano ad ascoltare la mia nudità
restare bolla, tesa ai polpacci
al tuo baricentro, a un graffiare
di luce quasi algebrica. nuda
inspirare di te l’inverso - assente
martedì 13 settembre 2011
oggi siede il lamento
sul disegno del tavolo
lo spigolo messo a 45°
all'altezza del cuore
lunedì 5 settembre 2011
ogni cosa presa- le valigie attorno al letto
testimoni mai dispersi dal ritorno delle rondini
i fiori ancora d’arancio vivissimo
le fragoline, il sorriso del nome che porti
come fosse vero
qui troppe scale, e scale fino alla casa
l’occhio alle verande
chiamerei veranda la riga parallela
sulla pianta, il bianco dentro come aria
spinta sotto le unghie; il calcagno
pigro ai velli per l’ultima stagione
sabato 3 settembre 2011
di questo caldo sento la polpa
spina, digiuno a consegnare dita vuote alle cicale
le statue congelate ai quarti di luna
gli acuti del bosco a forma di foglia
nel vento lacrimare sui tuoi baci
a dopo il nero.
col nero simpatizzo, coi baci altrettanto
baciami di nero con l'anima sullo sterrato
chiudo gli occhi per poco
tanto per sentire il freddo della tua prigione
confine infame, tempo nel tempo
azzurro sulle punte
solo profumo di campagna alta